chechen MUJAHIDEEN
"Sii duro coi tuoi perché gli stranieri ti temano!"
la storiaLa Repubblica Cecena (in russo Чеченская Республика, in ceceno Нохчийн Республика/Noxçiyn Respublika), nota anche come Cecenia (in russo Чечня, in ceceno Нохчичоь/Noxçiyçö), è una repubblica autonoma della Federazione Russa. Confina a nordovest con il Kraj di Stavropol', ad est e nordest con la repubblica del Daghestan, a sud con la Georgia e ad ovest con le repubbliche dell'Inguscezia e dell'Ossezia del Nord. Si trova sulle montagne del Caucaso settentrionale nel distretto federale meridionale della Federazione Russa.
La prima traccia della presenza di soldati russi in territorio ceceno si ha nel 1577 quando i cosacchi si stabilirono nella regione del Terek. Parte dell'impero russo dal 1783, anche se con periodiche ribellioni (Imamato del Caucaso), Cecenia ed Inguscezia furono inglobate nella Repubblica Autonoma Socialista Sovietica Ceceno-Inguscia alla nascita dell'Unione Sovietica. Durante la Seconda guerra mondiale, i ceceni insorsero contro i russi sperando di approfittare dell'impegno dell'esercito sovietico su altri fronti per ottenere l'indipendenza, ma una volta che l'Armata Rossa ebbe ricacciato le truppe nemiche, Stalin ordinò una durissima punizione, accusando i ceceni di aver collaborato con i nazisti (non ci sono però prove storicamente valide a sostegno dell'accusa). Il 23 febbraio 1944 con l'Operazione Lentil in una sola notte mezzo milione di cittadini ceceni vennero deportati dal governo centrale sovietico nella repubblica sovietica del Kazakhstan. Qui i ceceni vennero isolati e le famiglie disperse nel tentativo di "decaucasizzare" i ribelli. Fu loro concesso di ritornare alla loro regione d'origine solo nel 1957. Dopo il collasso dell'Unione Sovietica in Cecenia nacque un movimento indipendentista che entrò in conflitto con la Russia, non disposta a riconoscere la secessione della Cecenia. Tra i motivi dell'opposizione russa vi sono anche la produzione petrolifera locale e soprattutto il passaggio sul territorio ceceno di oleodotti e gasdotti. Nel 1991, dopo il crollo dell’Urss, la Cecenia, guidata dal nuovo presidente Dudaev, proclama l’indipendenza da Mosca con un referendum popolare. Eltzin attende tre anni prima di inviare truppe federali sul territorio ceceno per ripristinare l’autorità di Mosca. Ha inizio così (nel 1994) il primo conflitto ceceno, che colpisce pesantemente la popolazione civile (20.000 morti nei primi tre mesi), e si conclude con la clamorosa vittoria dei separatisti. Dal 1996, dopo gli accordi di pace di Khassviurt - che tuttavia non definiscono lo status della regione -, la Cecenia vive un periodo di relativa tranquillità sotto la guida del nuovo presidente Aslan Maskhadov. Dal 1996, però, alcuni gruppi armati imperversano per la piccola repubblica invocando una presa di posizione più dura contro l’ex padrone, e sconfinando nel vicino Daghestan con azioni terroristiche nel tentativo di stabilirvi uno ‘stato islamico. A guidarli è Šamil Basaev, ritenuto responsabile dei misteriosi attentati che all’epoca insanguinano le città russe, e determinano una nuova offensiva di Mosca. La seconda, sanguinosa guerra cecena, inizia nel 1999 su decisione di Vladimir Putin che la presenta come “operazione anti-terroristica”. Ed è tuttora in corso, a dispetto della pretesa ‘normalizzazione’ dichiarata da Mosca in seguito al referendum che nel marzo 2003 ne ha sancito l’autonomia politica mantenendola sotto il controllo russo. L’attentato dinamitardo allo stadio di Grozny è solo l’ultimo di una lunga serie di attacchi messi in atto, negli ultimi anni, quasi sempre da kamikaze pronti a morire per l’indipendenza: come quelli che il 6 febbraio scorso hanno fatto strage di 40 vittime con un’esplosione nel metrò di Mosca. Dopo l’11 settembre, infatti, il terrorismo ceceno ha assunto un nuovo volto: quello disperato del martirio. Con il sequestro del teatro Dubrovka a Mosca (ottobre 2002) per mano di un gruppo di kamikaze, la lotta indipendentista sposa lo stile della ‘guerra santa’ islamica. Si comincia a parlare di legami tra i ribelli ceceni e Al Qaeda: secondo alcuni rapporti, volontari islamici avrebbero viaggiato per anni verso il Caucaso per unirsi alla causa cecena, dopo essersi addestrati nei campi afgani e pakistani. Tra questi il leggendario Khattab, veterano della guerra afgana contro i sovietici. Nel febbraio 2003, il Dipartimento di Stato americano – su richiesta di Putin - dichiara ufficialmente ‘terroristi’ tre gruppi appartenenti alla guerriglia cecena, tra cui il leggendario Battaglione di sabotaggio dei martiri ceceni di Šamil Basaev. Oggi i ribelli ceceni sono accusati di intrattenere rapporti con vari organizzazioni terroristiche mondiali e di appoggiare i secessionisti abchazi nella vicina Georgia. In parte annidati nelle inaccessibili gole del Pankisi, continuano a sfidare le forze armate agli ordini di Putin. Nel cuore di Mosca come alla periferia dell’ex impero sovietico. |
aRMI ED EQUIPAGGIAMENTOVestiario:
Passamontagna nero/od - basco nero (taglio russo), copricapi di origine russa, mimetiche complete o spezzate russe (Flora, Partisan, KLMK, ecc) - Abiti civili - Completi/mimetiche nere, flecktarn o woodland americane, maglie a righe militari russe (tel'njaška) o magliette mimetiche varie, kefiah multicolori, anfibi, scarpe civili Gibernaggio: -gibernaggio russo (CHICOM e simili) o nessun gibernaggio. Arsenale: AK47 e derivati, AK74 e derivati, Dragunov, RPK, PKM, Tokarev, RPG |
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